Caratteristiche del futuro preferito ben descritte: le prospettive delle altre persone

Il futuro preferito dal paziente, oltre alle descrizioni positive, concrete e osservabili, deve essere concretizzato da altri due criteri: la prospettiva degli altri e le probabili interazioni che tale futuro potrà avere.

Futuro preferito: le diverse prospettive degli altri

futuro preferito

Attraverso la testimonianza degli altri, infatti, il paziente potrà identificare i segni di un cambiamento

Per una descrizione esauriente del futuro preferito, il terapeuta non sarà solamente interessato alla prospettiva del paziente, ma anche alle testimonianze degli altri. Attraverso la testimonianza degli altri, infatti, il paziente potrà identificare i segni di un cambiamento.

La madre, per esempio, capirà che la figlia le porta rispetto quando la sentirà dire “buongiorno”; il terapeuta, a questo punto, potrebbe interpellare la figlia stessa per avere una testimonianza sotto una prospettiva diversa da quella della paziente, chiedendo quindi alla figlia cosa potrebbe notare riguardo alla madre.

Le testimonianze dei membri della famiglia, degli amici, dei colleghi, dei vicini di casa, ma perfino dei passanti per strada, possono aggiungere sempre maggiori dettagli alla descrizione del futuro preferito, puoi approfondire qui a riguardo.

In che modo un passante può essere utile? Bene, immagina di chiedere a una persona depressa che cosa, secondo lui, potrebbero notare i passanti se si sentisse come vorrebbe, se quindi stesse meglio. In che modo sarebbe visto dalle persone per strada?

Nella maggior parte dei casi potresti avere una risposta di questo tipo: “vedrebbero un uomo con la testa alta, che non si sottrare a un incrocio di sguardi e che magari sorride anche”.

Questa descrizione evidenzia delle piccole azioni che si possono associare a una vita più serena, degna essere vissuta, quindi sostanzialmente di una persona che sta bene. Tali azioni, per quanto piccole, man mano che vengono notate, iniziano ad avere del potenziale per rendere la vita del paziente davvero come quella descritta.

Futuro preferito: le interazioni

Le descrizioni in sé però non aiutano molto. Diverso è il discorso se queste descrizioni, se queste osservazioni degli altri, vengono analizzate dal punto di vista dell’effetto che provocano sul paziente. Faccio un esempio per chiarire meglio.

Ritorniamo all’esempio di prima, quello della madre e della figlia. Ipotizziamo questo dialogo:

futuro preferito

Conoscendoci ci sarebbero abbracci e lacrime, saremmo così sollevati dal parlare

Terapeuta: Quando tua figlia ti dice buongiorno tu come potresti rispondere?

Paziente: Io risponderei “buongiorno”.

Terapeuta: E saresti contenta?

Paziente: Certo.

Terapeuta: E tua figlia come farebbe a sapere che sei contenta?

Paziente: Io sorriderei.

Terapeuta: Le piacerebbe?

Paziente: Penso di sì perché penso che sia stressata quanto lo sono io.

Terapeuta: E come faresti a sapere che è contenta?

Paziente: Lei sorriderebbe di nuovo.

Terapeuta: E poi?

Paziente: Conoscendoci ci sarebbero abbracci e lacrime, saremmo così sollevati dal parlare.

Terapeuta: Quale potrebbe essere la prossima cosa che noteresti?

 

L’intento del terapeuta non è quella di promuovere le attività così come descritte dal paziente. Noi terapeuti non possiamo microgestire la vita dei nostri pazienti in questo modo.

L’obiettivo di questo dialogo, invece, è quello di fornire una descrizione quanto più realistica del tipo di cose che potrebbero accadere.

Lo scopo, quindi, è quello di creare un certo senso di possibilità, non di stabilire dei compiti comportamentali.

Quando la terapia ha successo, il paziente riporterà comportamenti simili a quelli descritti, ma che però non saranno esattamente gli stessi.

Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Esperto di Terapie Brevi,
Terapia a Seduta Singola
e Ipnosi

 

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