Idee riguardo alla conversazione terapeutica

La terapia è essa stessa una forma di conversazione. Questo non deve però essere inteso in modo generalizzato, infatti, in questo caso, per forma di conversazione, quindi in questo caso di conversazione terapeutica, intendiamo una conversazione finalizzata verso uno scopo invece che fine a se stessa.

Nella Terapia Breve centrata sulla Soluzione il paziente definisce sempre lo scopo della terapia. In questo ambito, quindi, la conversazione è sicuramente finalizzata verso tale scopo. Anche se il processo della conversazione può essere al di sopra della nostra comprensione, ci sono due semplici concetti che ci possono aiutare a definirlo:

  1. Il turno di parola.
  2. Ogni turno segue e si basa su ciò che è stato detto nel turno precedente.

Il turno di parola nella conversazione terapeutica

In una conversazione, in generale, il turno di parola è quel tempo che viene concesso a ciascun locutore per esprimersi. Il turno, in una conversazione efficace, dovrebbe sempre essere rispettato e in determinate circostanze dovrebbe avere una durata temporale uguale per ciascun locutore.

Il concetto di turno di parola consente a tutti di dire la sua, quindi di poter partecipare alla formazione e alla definizione del mondo nel quale viviamo.

Si tratta di una regola che viene notata soprattutto quando viene infranta. Basti pensare a una conversazione di gruppo dove non si rispetta il turno di parola e le voci si sovrappongono, come accade spesso in TV.

Certo, può accadere di perdere il turno, che una voce si sovrapponga alla propria, ma quando questo accade troppo spesso, o peggio, se non si riesce a prendere parola, il rischio è quello di sentirsi emarginati e sminuiti.

Molti pazienti presentano questo tipo di esperienza che è anche quella che vivono tutti quegli individui e tutti quei gruppi che sono stati privati dei loro diritti, come per esempio le minoranze etniche, gli emarginati della società, spesso anche i bambini.

L’importanza dell’uguaglianza di opportunità

conversazione terapeutica

Se non si riesce a prendere parola, il rischio è quello di sentirsi emarginati e sminuiti

Tutti dovremmo avere sempre voce in capitolo, come tutti dovremmo poterci sentire liberi di poter esprimere la nostra opinione. L’opportunità di poter prendere parola allo stesso modo in cui lo fanno gli altri è forse una delle uguaglianze più importanti.

Durante la terapia quest’opportunità può essere concessa a ciascun paziente, a patto però che il terapeuta sia abbastanza disciplinato per rispettare i turni.

Ogni passaggio si basa sul precedente

Il secondo concetto che esaminiamo è quello in cui si sostiene che ogni passaggio della conversazione, ogni turno, debba basarsi su quanto accaduto prima, quindi nel turno precedente. Questo è importante per la creatività e per rendere efficace la terapia.

Ogni conversazione, se questi due assunti vengono seguiti, aiuterà a creare assieme una visione del mondo in costante evoluzione.

Il compito del terapeuta è quello di influenzare questa visione che volge a favore del paziente attraverso un’accurata scelta delle domande.

Nel prossimo post andremo ad analizzare più approfonditamente questi aspetti, mettendo così in rilievo l’importanza della tipologia di domande che vengono poste al paziente durante la seduta terapeutica. Se invece vuoi approfondire sulla Terapia Breve centrata sulla Soluzione, su come è nata e come si è sviluppata, puoi leggere qui.

 

Flavio Cannistrà
Psicologo, Psicoterapeuta
Esperto di Terapie Brevi,
Terapia a Seduta Singola
e Ipnosi

 

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